sabato 16 novembre 2013

COME E' NATA L'ACCADEMIA?

Nel 1979 Amedeo Barbazza riunì i pittori Cesco Magnolato, Vittorio Rorato, Adriano Pavan, Giovanni Cesca e Terenzio Trevisan, e propose l’istituzione di una “scuola d’arte”. Amedeo Barbazza era noto a San Donà di Piave
come il più attento organizzatore di avvenimenti artistici, e, oltre a questo compito, era anche un poderoso elemosiniere, con tutte le difficoltà e magari le delusioni che tale impegno comportava. 
Appunto come elemosiniere riuscì ad ottenere dal Comune di San Donà di Piave, per lo Studio d’Arte, tre sale nella “Casa del Mutilato” e tutta l’attrezzatura per l’attività pittorica e grafica degli allievi. In più riuscì ad avere un contributo annuo di due milioni e mezzo di lire. Eravamo alla fine del 1979.

Steso il testo dello statuto e legalizzato dal Notaio De Mezzo il 18 dicembre 1980, furono allestite le sale della Casa del Mutilato e acquistati dei gessi riproducenti opere d’arte per il disegno. 
Fu deciso di dividere i corsi di pittura in due sezioni: la prima con Adriano Pavan e Vittorio Rorato, la seconda con Giovanni Cesca e Terenzio Trevisan, mentre il corso di grafica fu affidato all’esperienza di Cesco Magnolato.
Le lezioni furono impostate come le “botteghe d’arte” di antica memoria: ogni artista doveva seguire un gruppo di allievi per un intero biennio con esercitazioni di figura disegnata, pittura a tempera e a olio e con uscite all’esterno per il disegno dal vero. 
All’atto dell’iscrizione, l’allievo doveva firmare una scheda dove si impegnava a superare una prova attitudinale stabilita dalla Commissione preposta che consisteva nella copia dal vero di oggetti da realizzarsi con tecnica scelta dal candidato. I Candidati in possesso di titolo di studio di Scuola d’Arte e di Liceo Artistico o noti alla Commissione per le loro accertate capacità, erano esenti dalla prova d’ammissione. C’era poi una clausola che impegnava l’allievo ad un comportamento serio ed impegnato, pena l’espulsione.
Nel 1984 entrò a far parte del corpo insegnanti il pittore Roberto Joos. Si formò così un gruppo di artisti che volevano essere attivi anche nella vita culturale cittadina con idee, proposte e suggerimenti. 
Nel 1987, alla morte del suo presidente Amedeo Barbazza, lo Studio d’Arte ebbe un momento di smarrimento: mancava il coordinatore, colui che per diversi anni aveva dato un contributo determinante all’iniziativa.
In una riunione degli insegnanti Joos, Magnolato, Pavan, Rorato e Cesca (Trevisan si era subito ritirato), fu deciso che i tempi erano maturi per aggiornare la struttura costitutiva dello Studio, puntualizzando in forma più organica le caratteristiche dell’associazione. 
Sull’eredità dello Studio d’Arte, si costituì, in data 7 dicembre 1987, la Piccola Accademia “Vittorio Marusso”. Furono iscritti nuovi soci e fu eletto un Consiglio con presidente Roberto Joos.
In una relazione del mese di gennaio 1989, il presidente Roberto Joos ebbe a scrivere che l’intera operazione formativa ed educativa della Piccola Accademia doveva essere riconosciuta e sostenuta proprio per lo spessore culturale che proveniva dal contatto con una massa di settanta-ottanta giovani e non più giovani, che costituivano una forza viva e trainante del tessuto cittadino.
“Il sereno, la soddisfazione, la gioia della fatica, concludeva Roberto Joos, vengono riflessi, fortunatamente, proprio dalla rispondenza appassionata degli allievi. Ed è il premio più gratificante.”
Da tempo si era ritirato dall’insegnamento Vittorio Rorato. Nel 1991, per ragioni di salute, si ritirò anche Roberto Joos. A lui subentrò come docente il pittore e critico d’arte Franco Batacchi.
L’Accademia continuò con momenti felici, ma spesso anche con contrasti nel Consiglio Direttivo.
Cesco Magnolato decise di chiudere il suo corso di grafica e si ritirò dall’Accademia.
Il 14 gennaio 1992 venne legalmente sciolta la Piccola Accademia e il 29 gennaio venne registrato il nuovo statuto dell’Accademia d’Arte” Vittorio Marusso”.
Il 15 novembre 1994, Giovanni Cesca rassegnò le dimissioni; al suo posto entrò Angelo Maino. Dei fondatori dell’Accademia rimase solo Adriano Pavan, il quale, con forte motivazione, decise che il “Marusso” non doveva chiudere e cercò “nuove forze”.
Fu eletto un nuovo Direttivo e il 6 dicembre 1994 fu nominato presidente Vasco Magnolato.
Quando tutto faceva presagire un futuro tranquillo, arrivò dal Comune lo sfratto dalla Casa del Mutilato, sede dell’Accademia. Con la chiusura del gas, della luce e dell’acqua, l’Accademia fu costretta per forza a chiudere. L’inizio dei corsi fu rinviato sine die. Ogni insegnante poteva però organizzare in proprio un corso a suo piacimento.
Per salvare l’anno e per dare un senso di continuità all’Accademia, Adriano Pavan decise di istituire un corso di “paesaggio dal vero”. 
L'Accademia spostò quindi la sua sede lungo le rive della Piave Vecchia a Chiesanuova: una frazione di San Donà di Piave.

Il dottor Pappagallo assessore alla cultura, propose al presidente Vasco Magnolato e ad Adriano Pavan (direttore artistico) gli ambienti del Monumento ai Caduti, da tempo abbandonati dal Liceo Classico. Si trattava di quattro stanze, indipendenti dal complesso storico, con i servizi e con il beneficio del riscaldamento della Casa di Riposo. Gli ambienti erano da tempo abbandonati e non si presentavano bene; mancavano addirittura alcune porte. Comunque con tanta buona volontà l’ambiente poteva essere reso abitabile. 
Trovate le porte e sistemate le sale con un impianto elettrico completo di faretti, venne deciso il trasloco.
Nella nuova sede Ilario Minen riuscì a ricomporre l’ambiente di grafica e aprì il corso. Ma il travagliato cammino del “Marusso” non era ancora finito: il 29 maggio 1999 arrivò la notizia che l’edificio della sede dell’Accademia doveva essere ristrutturato e adibito a scopi sociali e quindi il “Marusso” doveva per forza essere trasferito altrove. 
Il 29 agosto 2000, il presidente e sindaco Vasco Magnolato informò il consiglio che la sede dell’Accademia sarebbe stata spostata nelle due sale, molto ampie, al piano superiore della parte storica del Monumento ai Caduti.
Gli ambienti resi funzionanti con un nuovo impianto elettrico a norma di legge, con punti luce predisposti su ogni cavalletto, furono consegnati all’Accademia verso la fine del mese di novembre del 2000: una sala per la pittura, una per il disegno e l’acquerello, e una più piccola per la grafica. 
Queste sale, complete di tutti gli accessori per la didattica, furono inaugurati il 2 dicembre 2000.
Nel febbraio del 2003, senza preavviso, arrivarono le dimissione del presidente Vasco Magnolato. 
Nel Consiglio Direttivo del 31 marzo 2003, venne redatto un nuovo statuto, in quanto quello in vigore era scaduto (verrà approvato dall’Assemblea dei soci il 30 novembre 2003). Fu eletto presidente dell'Accademia il pittore Adriano Pavan, ultimo rimasto dei fondatori. A costui si susseguiranno Luca Marusso A.A.2011/2012 e 2012/2013 (pronipote del celebre paeseggista Vittorio Marusso di cui l'Accademia porta il nome); ad oggi è presidente il Dott. Gino Zottis.

L’Accademia d’Arte “Vittorio Marusso” ha festeggiato nell'anno accademico 2009/2010 i trent’anni dalla fondazione. Questa brevemente è la sua storia. Periodi felici e periodi difficili, ma sempre la scuola ha continuato a vivere rinnovandosi e migliorando. 
Quasi una condanna sono gli ambienti, sempre insufficienti a soddisfare le decine e decine di richieste degli allievi che chiedono cultura e possibilità di avere un luogo dove poter esercitare questa loro grande passione per l'arte. La media degli iscritti ogni anno è di ottanta e più allievi, ma potrebbero salire anche a più cento se ci fossero gli ambienti che da trent'anni le Amministrazioni Comunali promettono.

E’ giusto quello che scriveva nel lontano 1989 Roberto Joos: il sereno, la soddisfazione, la gioia della fatica, vengono riflessi, fortunatamente, proprio dalla rispondenza appassionata degli allievi. Ed è il premio più gratificante.